Osservazioni tratte dalle recensioni di del romanzo Anna Édes.
- Edizioni Anfora
- 16 giu
- Tempo di lettura: 4 min
Ancora un articolo in cui mettiamo insieme un po' delle recensioni che abbiamo ricevuto dalle docenti dell'istituto Russell Newton di Scandicci. Oggi tocca alla 4B SCA della Prof.ssa Simona Giani.

Personalmente, leggere questo libro mi ha fatto riflettere su quanto sia facile e crudele ignorare il dolore altrui quando non ci riguarda. Anna decise di non ribellarsi accumulando dolore e portandosi così allo sfinimento. Ciò capita a chi non ha strumenti per difendersi. Il gesto finale di Anna, drammatico e improvviso, è come una denuncia disperata che rompe il silenzio, perché un atto estremo non può essere ignorato. In un’ epoca come la nostra, in cui il malessere sociale può esplodere in forme diverse, il romanzo ci invita a non sottovalutare il peso delle ingiustizie e della solitudine.
Anna Édes è una storia di ingiustizia sociale, di un furto di libertà e di mancanza di rispetto che, ieri come oggi, caratterizzano la vita di milioni di persone.
Federico Veltro
Quello che resta dopo la lettura è un senso di inquietudine ma anche una riflessione sulla condizione umana. Questo romanzo interroga il lettore e rivela una verità scomoda: la violenza può nascere proprio dove sembra esserci solo obbedienza.
L'episodio che mi ha colpito di più è proprio la scena finale, in cui Anna, dopo mesi di sottomissione compie il gesto estremo: accoltella i Vizy nel sonno.
È un momento scioccante: quando ho letto quella scena ho provato un misto di stupore, angoscia e tristezza. La violenza del gesto è difficile da giustificare, però c’è anche il peso di tutta la sofferenza repressa che travolge Anna.
Mi sono chiesta come sarebbe andata la sua vita se qualcuno l’avesse ascoltata, se le avessero dato dignità e se avesse potuto essere una persona e non solo una serva.
Anna Édes mi ha fatto pensare a quante anche oggi vivono in silenzio, e mi ha ricordato quanto sia importante l’ascoltare, ma anche vedere davvero chi ci sta intorno.
Valentina Fabi
È un libro che fa riflettere, un libro impegnativo, che non parla di fantasie ma di una storia di giustizia e ingiustizia allo stesso tempo, di un sentimento di solitudine anche nei luoghi pieni di persone, di inferiorità della donna e dei poveri rispetto agli uomini ed ai ricchi; un libro che sta dalla parte degli ultimi.
Sara Cravini
Sono rimasto particolarmente colpito da tutto l’ambiente che caratterizza il romanzo, che fa emergere un senso di solitudine, alienazione e infelicità.
Anna a parer mio Anna è un personaggio introverso, che conosciamo solamente attraverso gli altri personaggi. Quando mette piede in casa dei Vizy cambia totalmente, diventando triste. E’ triste perché percepisce il peso del mondo, della condizione che ha intorno a sé; lei cerca di sostenere questo peso, ma ottiene scarsi risultati. Anna viene completamente umiliata e sfruttata e ciò alimenta l’odio, che si traduce nell’atroce scena finale dell’omicidio dei signori Vizy.
Questo libro fa capire come le azioni di una persona sono spesso influenzate da quelle altrui.
Mirko Fantechi
Durante la lettura ho trovato nel personaggio di Anna un’anima sfuggente, quasi impossibile da interpretare in maniera precisa. Non si ribella mai in modo apparente, fa il suo dovere obbedendo a qualsiasi ordine e subendo per di più i continui sguardi sprezzanti a lei rivolti.
Nonostante tutto ciò, pagina dopo pagina si percepisce dentro Anna una tensione crescente e una rabbia che ribolle in silenzio, la quale prima o poi esploderà.
Uno dei temi che personalmente ritengo più importanti e su cui questo romanzo ci aiuta a riflettere, è come i personaggi borghesi si illudono di essere superiori rispetto a chiunque altro, persino sotto l'aspetto morale e culturale, permettendosi così di educare, o meglio modellare Anna in maniera ipocrita.
Alessandro Boncinelli
La cosa peggiore è che lui, alla fine, si salva. Resta fuori dalla tragedia, indenne, mentre Anna resta intrappolata nel suo destino. E questo mi ha fatto riflettere su come, spesso, nella vita reale siano proprio le persone più passive, quelle che osservano senza intervenire, a non pagare mai davvero le conseguenze. Ma è anche questo che rende il romanzo così potente: non offre risposte facili, non divide il mondo in buoni e cattivi.
Ci mostra quanto siano ambigui i rapporti umani, e quanto la solitudine possa distruggere anche chi, come Anna, non ha mai fatto del male a nessuno.
Anna Édes non è un libro che consola, ma scuote. Ti fa riflettere su quanto sia sottile il confine tra amore e possesso, tra silenzio e annientamento. E ti lascia addosso una consapevolezza amara, ma vera: non bisogna mai svendersi per essere amati.
Perché chi ti ama davvero non ti spegne, ti accende.E forse, se qualcuno avesse guardato davvero Anna negli occhi, ascoltandola senza pretendere nulla, tutto sarebbe andato diversamente.
Aurora Romanzin
Un particolare che mi ha colpito è la relazione di Anna con Jancsi, il nipote dei Vizy. Nonostante la differenza di classe, è l’unico che sembra vedere in Anna una persona, ma il suo interesse è superficiale e fugace. Rappresenta l’illusione dell’amore che sembra offrire una via d’uscita, ma che in realtà è solo un’altra forma di dominio. La sua figura mostra come anche il desiderio può diventare sfruttamento. Anna accetta la relazione come parte del suo ruolo di serva, infatti lei è trattata come un oggetto che deve solo obbedire e non si può ribellare, deve stare in silenzio e subire.
La relazione si conclude con un aborto, lasciando Anna emotivamente segnata. Inoltre è sconvolgente la mentalità di Jancsi che non sembra un corteggiatore innamorato ma uno stupratore.
Il gesto finale di Anna, crudele ma lucido, è una ribellione contro un mondo che non l’ha mai ascoltata. È una sorta di richiesta di giustizia che lascia il lettore sconvolto, ma anche costretto a riflettere
Matteo Falciani
Classe 4B SCA
Prof.ssa Simona Giani.